La Danza del ventre stabilizzata grazie al nome di danza orientale
La bellydance subì dai suoi primordi in occidente diverse metamorfosi, essa venne introdotta in un primo momento con scalpore ma molta sensazionalità in vari Paesi al di fuori del mondo d’Oriente.
Ma allo stesso tempo non venne subito percepita come una vera e propria corrente artistica proveniente solo all’Oriente.
Dal 1800 fino al ventesimo secolo, la bellydance subì differenti cambi di linguaggio ma soprattutto di significato, questo a seconda del tipo di pubblico che ne entrava in contatto.
Significato che rientrò in quello originale di linguaggio artistico, solo durante il XX secolo; ancora oggi in alcune regioni del Mondo, la danza del ventre combatte la sua infinita diatriba di concetto tra danza sensuale e danza di significato profondo e radicato inerente al senso del ventre della donna (origine di tutto).
Molte distorsioni artistiche vennero inoltre attribuite a questa corrente, presso fiere ed eventi che, nel tempo, la aiutarono a farsi conoscere nei Paesi più industrializzati.
Un tipo di disciplina che influenzò la bellydance è riscontrabile nella danza moderna, questo fa intuire come la danza del ventre proveniente dall’Oriente, si sia a sua volta da sempre ricreata incessantemente, nel suo passaggio e viaggio occidentale, assorbendo inoltre elementi di spicco delle arti di ballo dei luoghi con i quali è infine giunta in contatto.
In questo continuo legarsi e slegarsi tra artisti e discipline orientali ed occidentali, ecco che la bellydance inizia a subire e a nutrirsi di novità e innovazioni, il più delle volte recepibili dalle masse come positive.
Tanto che tutt’oggi questo intreccio artistico e questa condizione di rottura drastica delle regole che compongono la società tramite gli antichi movimenti radicati nel passato, dona alla danza del ventre e ad ogni suo relativo danzatore, la possibilità di ascoltare, voler bene e mostrare il proprio corpo e i propri movimenti, partendo dal proprio mondo interno: da sé stessi.
Quest’ultima “regola” artistica della bellydance, è quella che ha dato modo ad ogni donna che si è avvicinata a questa cultura millenaria, di potersi esprimere totalmente in libertà, dare libero sfogo attraverso il libero arbitrio di movenze e gestualità, alla propria voce interiore e alla propria voglia di celebrare e manifestare la propria femminilità sia fisica che esoterica, grazie a posture e movimenti mai visti prima in nessun altro tipo di danza esistente.
La danza del ventre ha ispirato nuovi generi e nuove generazioni di danzatori, nel cercare di spingersi oltre il semplice ballo accademico.
Si potrebbe benissimo affermare dopo secoli di storia, che tutto nasce più che dalla bellydance, dalla danza orientale, le quali sono la stessa cosa, ma nel tempo, il nome della danza orientale, è stato sicuramente quello meno avvezzo alle critiche e più utilizzato quando bisognava introdurre la bellydance in ambienti, che altrimenti, non l’avrebbero mai accettata.
Sappiamo benissimo come le antiche società europee affrontassero argomenti nuovi e da loro stesse ritenuti scomodi, tra questi il significato del ventre femminile.
Questo rapporto alquanto difficoltoso delle vecchie civiltà europee nei confronti di argomenti ancora poco consapevoli o fuorvianti dai canoni estetici e culturali, hanno da sempre rappresentato un grande ostacolo per chiesa e istituzioni.
Per questo in alcuni ambienti di nicchia la bellydance veniva dapprima conosciuta come danza orientale (attraverso un nome di carattere geografico) e non come danza del ventre, la sola parola “ventre” comprendeva una serie infinitesimale di problematiche.