Il linguaggio e il nome occulto della vera danza del ventre
Il nome danza del ventre è stato coniato in Italia per indicare la belly dance, una danza che in realtà non si limita ad una zona del corpo circostante a quella del ventre, ma include una serie di movimenti che coinvolgono ogni singola parte del corpo.
La danzatrice di bellydance oltre a dover possedere un controllo totale del proprio corpo, deve a livello di tecnica conoscere una serie di linee e bilanciamenti tali da far risultare la propria danza perfetta, stilizzata, ma al contempo morbida e sensuale (al punto giusto, senza eccessi e pertanto cadute nella volgarità).
Questo nome legato alla parte del ventre femminile (nome legato ad una miriade di preconcetti) è stato dato dagli occidentali che viaggiavano tempi addietro in Medio Oriente, i primi viaggiatori bianchi che per motivi di lavoro o svago si spinsero oltre le classiche mete esotiche e che conobbero in anteprima la vera Danza Mediorientale (vero nome della danza del ventre).
La parola ventre infatti oltre ad indicare quello materno, è un nome che legato all’arte ricorda istinti primordiali ed animaleschi, di appetiti sessuali o a necessità legate profondamente alla cruda realtà terrena.
Tutto in opposizione rispetto a quello a cui aspira realmente questa danza, ossia, all’ispirazione dello stato spirituale che va ben oltre la semplice materialità fisica e che si connette ai concetti di infinito e di mente, spingendosi oltre lo spettacolo di intrattenimento.
Questo modo di chiamare la Danza Medio Orientale in occidente, lede le reali e basiche aspettative di questa millenaria corrente culturale, non solo artistica; invece quest’arte ha infatti come obiettivo principale quello di distaccarsi il più possibile dalla stasi della mediocrità basata solo sull’estetica, cercando di dare un senso compiuto ed una storia vissuta al gesto.
Rammentiamo inoltre come il ventre sia in realtà sfruttato esteticamente ed adoperato sotto l’aspetto tecnico obbligatoriamente in tantissime altre tipologie di danze esistenti, in alcuni casi, sottoposto molto di più rispetto alla bellydance ad una situazione di protagonismo forzato.
La parete addominale è utilizzata in tutti i tipi di balli, proprio perchè è quella parte del corpo che riesce a dare un reale sostegno e protezione alla colonna vertebrale, pertanto importantissima.
Una danzatrice che ad un certo punto della sua carriera artistica, giunge alla danza del ventre e proviene da altri stili, sicuramente possiede già nel suo portafoglio di preparazione tecnico-artistica, quella inerente al movimento o comunque all’utilizzo corretto dei muscoli del ventre.
Questo tipo di controllo viene assegnato ad una danzatrice già in giovane età, in maniera specifica quando ci si indirizza verso studi accademici, nei quali il controllo dei muscoli del corpo è la base dalla quale poi tutto si erge.
Ad esempio nel classico il ventre viene risucchiato in maniera perpetua, cercando quasi di farlo scomparire e lasciando spazio estremo ai movimenti del resto del corpo, in particolar modo degli arti.
Nella moderna invece vi è un continuo metodo di contrazioni del ventre, che tende anch’esso a rilegarlo però in una forma non forma, abbastanza innaturale.
Ma con la bellydance questo non accade, il ventre è sempre controllato da movimenti tecnici e contrazioni ma è anche libero di rivelarsi naturalmente al pubblico senza nessun effetto speciale che ne muti le caratteristiche.
Il ventre nella Danza Orientale è libero di esprimere emozioni, vibrare e possedere una conformazione totalmente femminile caratterizzato dalla bellezza e dalla tecnica.