Danza, sport e Asma
Studiare danza classica, ballo coreografico, fare corsi di ginnastica o semplicemente iscriversi ad uno sport allenandosi in maniera regolare, per molti soggetti non è poi così impresa facile.
Tantissimi allievi sia amatoriali che professionisti, soffrono di disturbi fisici di poco conto o notevoli, questi ultimi, in tante situazioni creano un impedimento allo studio, specialmente sul lungo termine.
Oltre ai vari ed eventuali disturbi patologici di natura infiammatoria muscolare, o disturbi legati alle articolazioni, uno dei disturbi maggiormente diffusi è rappresentato dalla sintomatologia asmatica.
L’asma è un’infiammazione cronica caratterizzata da bronco-costrizione e conseguente resistenza al flusso d’aria nelle vie aeree intra-polmonari in seguito ad uno stimolo.
Nel soggetto asmatico le pareti delle vie respiratorie subiscono un disturbo infiammatorio determinando una diminuzione del lume della parete bronchiale, tuttavia temporaneo e reversibile, questo rende nei casi acuti un impedimento alla normale pratica del ballo o dell’attività sportiva in generale.
Generalmente il soggetto che sta danzando deve assolutamente prendersi una pausa e rimediare all’attacco di asma tramite i classici dispositivi sanitari che si trovano a disposizione.
Le crisi di asma possono essere innescate da una serie di fattori (freddo, stress emotivo, allergie, inquinamento e molto altro) tra cui anche lo sforzo fisico causato da un’attività sportiva, se oltretutto le intensità di impegno psicologico e fisico vengono mixate tra loro, la produzione di stress verrà oltremodo amplificata.
Per determinare la presenza o meno dell’asma in un soggetto è sufficiente sottoporsi ad un esame detto spirometria che consente di quantificare l’aria che entra ed esce durante la normale respirazione.
Quando si verifica la presenza di un’ostruzione bronchiale per accertare la possibilità di disostruzione tramite terapia farmacologica ed accertare il grado di deficit ventilatorio.
I soggetti asmatici che praticano sport sono soggetti a crisi e devono evitare quelle attività che determinano un aumento rapido ed intenso della respirazione.
Ma devono evitare anche il nuoto perché nelle piscine c’è il cloro che rende più difficile la respirazione, così come i soggetti allergici per esempio alle graminacee devono evitare di correre all’aperto nelle campagne o nei prati fioriti.
Per quanto riguarda la pratica di attività subacquee bisogna fare attenzione:
1) che non abbiano dovuto assumere farmaci broncodilatatori nelle ultime 48 ore;
2) che la loro asma non sia del tipo scatenato da freddo, sforzi o stress emotivi.
Le conseguenze funzionali provocate dalla comparsa di asma in immersione sono: diminuzione del flusso espiratorio, prematura chiusura delle vie aeree, aumento del lavoro inspiratorio ed espiratorio, intrappolamento del gas, ridistribuzione della ventilazione con aumento dello spazio morto, iperventilazione superficiale, riduzione della ventilazione alveolare, maggior consumo d’aria.