Personalità e caratteristiche idonee per ballare la danza del ventre
Viviamo in un’era un po’ strana dal punto di vista del “genere”, nel senso che ultimamente in molti settori l’arte dello spettacolo si sta poco a poco trasportando in un lungo fiume di “depersonalizzazione artistica”.
Da non confondere col risultato finale di bellezza dello spettacolo fine a se stessa.
Voltiamo il nostro sguardo perciò verso quella sottile cortina di elementi e dettagli che vanno infine a delineare la “personalità” di una danza, così come di un’altra qualsiasi forma d’arte.
Con il termine depersonalizzazione artistica, si intende concettualmente indicare che tutto quello che oggi viene studiato in ambito scolastico (che possa essere danza oppure altro ancora), spesso risulta essere abbastanza insipido dal punto di vista della natura e dell’origine sessuale, si cerca di dare un tipo di “visione unisex”, apparentemente si suppone per invogliare entrambe le parti alla partecipazione.
Spesso il simbolismo che un tempo era notevolmente presente all’interno di stili musicali o culture pop viene sempre più a sbiadire, ad essere manipolato o addirittura eliminato, anche quando non dovrebbe essere così per tutto.
Nella danza del ventre accade da decenni la stessa cosa, quando questa danza evolve, capita che vi sia presente in parallelo l’affievolirsi o la scomparsa della simbologia femminile, o comunque che gli stereotipi che cercano di costituirla culturalmente interferiscano fin troppo con la reale essenza di questo ballo.
Da che mondo è mondo, gli stereotipi nell’arte sono l’equivalente diretto dei pregiudizi, i quali nel loro insieme, se troppi e se forzati, tendono a svilire lo stesso concetto d’arte libera e costruttiva e la stessa sua natura.
Per giungere ad arguire il significato della danza del ventre e per apprenderla nel suo completo, è molto importante percepire le capacità motorie ed espressive del nostro corpo, tramite l’esperienza diretta col movimento e col ritmo musicale, ma ancor più importante è conoscerne la reale essenza di origine femminile.
Certamente è importante rammentare tutto ciò che viene spiegato: dai passi ai movimenti codificati, ma alla base di tutto deve essere presente il simbolismo, quello stesso simbolismo presente per “eredità matriarcale” all’interno della danza del ventre; un’arte che fortunatamente ancora ai giorni nostri, dopo migliaia di anni, possiede ancora le sue fondamente basiche di un femminile sacro ed arcaico.
Le danzatrici debbono sentire il loro antico legame con le culture celebrative di un tempo, evitando di rilegarsi esclusivamente a quelle di intrattenimento contemporaneo del nuovo millennio.
La femminilità così come il significato degli elementi caratterizzanti della danza del ventre orientale, sono legittimi così come la sua storia e la sua cultura, per questo devono essere tutti studiati e non tralasciati.
Approfondire tutto questo per una danzatrice anche alle prime armi, equivale a coltivare uno spazio entro il quale è possibile sentirsi liberi e crescere, perfino psicologicamente, aiutando la propria mente ed il proprio corpo ad emergere dal sepolcro del movimento senza personalità in modo da renderlo unico e personale, aumentando la percezione della propria autostima e femminilità, la quale infine aumenterà a seconda del nostro volere pure al di fuori della sala da danza.
Grazie alla ripresa delle “redini della personalità” di uno stile come appunto quello della danza del ventre, è possibile carpire totalmente il suo linguaggio, offrendoci così un piccolo angolino di voce nel Mondo dello spettacolo e del ballo.